lunedì 15 febbraio 2010

A Marino si recita un trailer cinematografico

Un "trailer teatrale": questa la migliore definizione dell'evento a cui abbiamo assistito la sera di sabato 13 febbraio, al Kinà Art Cafè di Marino (Roma). Ci siamo avvicinati, tra le vie antiche segnate ancora da neve ghiacciata, con curiosità, verso una modalità inconsueta di presentare un film - "La canzone della notte" di Giovanni Pianigiani -. Accolti da un ambiente peculiare, ricavato da una cantina del '600, tra archi di tufo e totem di libri, il produttore esecutivo della Gothic ci ha introdotti in un'esperienza trasversale (multimediale, come dicono quelli che parlano bene) tra musica, cinema e recitazione. La musica, appunto: quella delle canzoni di Frank Amore, deus ex machina dell'intera operazione ed interprete principale del film: protagonista di una storia dai tratti noir, anticipata con piccole "pillole", si propone come artista eclettico, che esplora canali di comunicazione diversi, insolitamente accostati, con coraggio. Nell'intimità del locale riscaldato dal legno dei travi, e dalla sua timbrica avvolgente, Amore si è mosso con teatralità androgina e magnetica, nella direzione delle "zone buie" - come più tardi spiegato dallo stesso, di ciascuno di noi, richiamando, nello spazio fisico reale, tra i tavoli, lo spirito della fiction cinematografica. In un gioco di rimandi tra musica, recital dal vivo e video, si svela in parte il plot del film: Pianigiani - già regista di genere horror - è autore, in questo caso, anche dei testi delle otto canzoni incastonate nella storia che svaria dalla Roma attuale all'antico oriente, e tra memorie perse e ritrovate, veggenze e sonorità eterne. Ma ciò che è arrivato, nella serata condita anche delle performance recitative dell'attore Giorgio Filonzi, è stato soprattutto lo sforzo di tutti volto a passare un messaggio (di genere, di contenuti e, anche, di modalità promozionali) non omologato né, effettivamente omologabile. Chiacchierando con i protagonisti a fine serata al bancone, davanti ad un bicchiere di sangiovese, aleggiava la sensazione di vedere durare qualche minuto in più quell'esperienza appena conclusa, che, pur nella sua brevità, ha conquistato una vita propria. Ma sappiamo che si ripeteranno, a Roma, nelle prossime settimane, delle repliche; come la puntata zero a cui abbiamo assistito, particolari, inquietanti, coinvolgenti. Da vedere. (Alessandro Catalani)

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