Domani restituirò ad Ametrano il DVD di CANNIBAL HOLOCAUST, film di culto che mi ha consigliato di vedere. Conoscevo bene la fama del film “censurato in 23 paesi del mondo” come recita lo slogan di copertina. Dopo la visione che dire…hanno fatto bene a censurarlo!! L’ho visto dall’inizio alla fine, senza salti o doppie velocità, per dovere professionale e l’esperienza è stata abbastanza sgradevole. Certamente capisco il valore di questo film: un doppio viaggio in Amazzonia, il primo chiaramente di fiction, il secondo che vuole essere fatto passare per vero (tipo Blair Witch Project, ispirato infatti a questa pellicola di Deodato) il tutto condito con immagini autentiche di fucilazioni e altre brutalità alla Mondo Movie (su questo genere bisognerebbe scrivere un post, eh Pasquale?). Tra l’altro ho trovato tecnicamente riuscitissimo l’alternarsi delle inquadrature negli spezzoni mostrati come autentici (e che non lo sono, ripeto).
Due aspetti sono però veramente insopportabili, ai miei occhi: l’ipocrisia manifesta di chi decide di mettere in scena violenze, efferatezze, scene soft-core, facendo finta di prenderne le distanze mentre le mostra (emblematica la frase finale: “mi chiedo chi siano i veri cannibali!”) e, ancor più grave le violenze autentiche inflitte agli animali. Nel film vengono uccisi VERAMENTE un ragno, un serpente (e fin qui qualcuno dirà che non ce nulla di male), un topo muschiato, alcune scimmiette e una grossa tartaruga palustre.
Insomma, Cannibal Holocaust è uno snuff movie a tutti gli effetti.
martedì 15 aprile 2008
CANNIBAL HOLOCAUST
Pubblicato da Anonimo alle 12:25
Etichette: Forti di stomaco, Zetavisioni
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4 commenti:
Hai dimenticato di dire che in questo film appare un luciferino Luca Barbareschi agli esordi...Era meglio se finiva lui al posto della tartaruga, eh Nagi?
meno male che negli anni questi poveri animali hanno ottenuto delle garanzie in piu'!!!
Non lo vedro' mai questo film per quanto mi riguarda:(
Vidi Cannibal Holocaust per la prima volta almeno 15 anni fa per caso in televisione (tralasciamo) l'analisi di quanto sia cambiato il palinsesto televisivo negli anni). Recentemente ho avuto modo di rivederlo e sono d'accordo con la recenZione. Il film dal punto di vista tecnico e' innovativo, mischiando azione finta con "reale". Al tempo gli attori tra cui il Barbareschi sotto contratto dovettero firmare di non apparire in "pubblico" (film, tv, giornali). Il giudice mise sotto sequestro l'opera minacciando di mandare in galera il regista fino a che questi non dimostro' che gli attori erano vivi e vegeti (cito a memoria ma la sostanza dovrebbe essere giusta). Per il resto e' un film bruttino che aggiunge voyerismo a violenza piu' o meno gratuita, anche se in questo non si discosta molto dai film dell'epoca. Le violenze sugli animali erano all'ordine del giorno. Di solito frequenti erano incidenti in cui gli animali (di solito cavalli) ci lasciavano le penne (che pero' i cavalli non hanno). L'idea originale aveva del merito e comunque poneva l'accento sul rapporto tra la civilta' europea e quella indigena, facendo vedere che se non ti adegui agli usi e costumi del luogo ci lasci le penne (degli pseudogiornalisti).
In effetti avrei voluto scrivere qualcosa sul Barbareschi giovane reporter del film ma data la coincidenza, in questi giorni, con l'elezione del Barbareschi deputato ho preferito soprassedere.
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