lunedì 26 maggio 2008

Kill School...


...ovvero il cinema non si impara a scuola! Così parlò il maestro Quentin giovedì scorso durante la lezione di cinema (Lecon de Cinema) da lui tenuta al Festival di Cannes. Il consiglio del regista ai giovani aspiranti film-makers è quello di investire i soldi risparmiati per seguire un corso, direttamente nella auto-produzione. "Cercare di realizzare il vostro lungometraggio a costo zero è la miglior scuola di cinema che potrete fare", sostiene Tarantino. E questa dichiarazione, con sorprendente tempismo, fa il paio con quanto detto da M. Gondry (altro benemerito e inventivo regista incline alla sperimentazione) in un'intervista per il Venerdì di Repubblica, fatta in occasione dell'uscita del suo nuovo film, Be kind rewind (mi rifiuto di citare il titolo in italiano). Riferendosi alla realizzazione di un film, Gondry dice:"L’idea di comunità creativa, quella m’interessa: mi piacerebbe che gruppi di amici ci provassero, e garantisco che riguardando poi, insieme, il lavoro, lo troverebbero un successo esplosivo. Perché naturalmente verrebbero fuori tutte le ingenuità amatoriali, ma anche i piccoli dettagli che conosci di te stesso, e degli altri. Ti rispecchia, ti appartiene. L’abbiamo provato tutti coi filmini fatti ai figli, in famiglia. È un piacere che cerco di spingere, estendere, allargare ".

Che dire, da zetamoviano d'annata non posso che fare mio questo auspicio, con l'invito a partecipare allo Zetafestival del prossimo ottobre!!!

2 commenti:

gaia rosa ha detto...

ti conosco mascherina!!!!

Anonimo ha detto...

mi sta bene, ma non benissimo.
mi spiego: è vero che il talento, l'illuminazione, il sacro fuoco, eccetera eccetera non s'imparano a scuola; ma è altrettanto vero che una sana dose di techne, e quella sì che s'impara, eccome, non guasta mai.
svelare un linguaggio significa farlo mio. solo dopo posso inventarne uno nuovo.
l'avanguardista dante alighieri si definiva "sesto tra cotanto senno" mentre parlava con ovidio, omero, virgilio e compagnia e cioè con i suoi griffith, ma pure i suoi fellini. mica diceva di ignorarli. semmai di superarli.
meditate, zetamoviers...