giovedì 17 luglio 2008

L'ANNO IN CUI I MIEI GENITORI ANDARONO IN VACANZA

z Altro film brasiliano, di questa stagione cinematografica,ben altri i toni,in questo film di Cao Hamburger ,che come in Central do Brasil e City of God, ha gli occhi di un bambino staccato troppo presto alla tenerezza dei giochi infantili e messo troppo presto di fronte alla tragicità del reale.Trama:E’ l’estate del 1970 in Brasile e il dodicenne Mauro sembra essere preoccupato più del fatto che la sua nazionale vinca il mondiale di calcio in Messico che i suoi genitori lo lascino improvvisamente davanti alla casa del nonno Mòtel per andare “in vacanza”. In realtà Daniel e Bia sono militanti di sinistra che, durante la dittatura militare, si vedono costretti a lasciare il paese per qualche tempo senza sapere però che il nonno al quale affidano il loro bambino è deceduto. Shlomo, anziano ebreo vicino di casa del nonno (anch’egli ebreo), si prenderà cura di Mauro e la convivenza svelerà ad entrambi un mondo fino ad allora sconosciuto.La stampa ha sottolineato le numerose analogie tra la biografia del regista e la storia del piccolo protagonista : entrambi sono figli di padre ebreo e madre cattolica, entrambi appassionati di calcio (Hamburger è stato anche portiere per diversi anni). Il regista ha smentito che si tratti di un film autobiografico ma ha ammesso di aver lavorato sul bagaglio di ricordi della sua infanzia e di quella dello sceneggiatore Claudio Galperin, che somigliano a quelli di molti brasiliani loro coetanei.I temi trattati con questa pellicola (presentata al Festival di Berlino 2007) sono la convivenza tra differenti comunità etniche, la destrutturazione subita da molte famiglie durante la dittatura militare e l’esilio.Sinceramente?Non mi ha convinta fino in fondo questo film.Ci sono delle ingenuita' di sceneggiatura che non ti fanno entrare completamente nella storia.Si rimane un po' troppo spettatori.Una per tutte:quale genitore(che non ha intenzione di abbandonare il proprio bambino)lo lascerebbe a casa del nonno senza neanche bussare ,davanti al portone con la sua bella valigetta?In questa "retomada"del cinema brasiliano il film comunque ha il pregio di ricordare il dramma di una intera nazione soffocata dalla dittatura (in Brasile la dittatura militare ebbe inizio con un colpo di stato nel marzo del 1964 e continuò sino al 1985)."È un film sull'esilio, sui vari tipi di esilio, sulla scoperta della transitorietà della vita da parte del protagonista, che impara ad andare d'accordo con gli altri e a sopravvivere in questo nostro mondo" ci dice il regista.

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