Nell'omaggiare questo immenso (sia in senso figurato che letterale!!!) caratterista del cinema popolare italiano sento di dover prendere spunto dalla teoria dei "6 gradi di separazione" (sono la metà in questo caso ma credo vada bene lo stesso!!!). C'era una volta, prima di C'era una volta il west, un regista che si chiamava Sergio Leone che un bel giorno ad un provino notò la "faccia da buono" (parole del Maestro, eh!) di un tale Mario Brega e decise di fargli interpretare il braccio destro cattivo, con la faccia cattiva, dell'antagonista cattivo in ogni capitolo della cosiddetta Trilogia del Dollaro... E così, per un pugno di lire in più, il nostro umile e trasteverino Mario accettò entrando così di diritto nella storia del cinema con la S maiuscola. Molti anni più tardi alla corte di Re Sergio Leone venne a bussare un giovane regista pieno di senso dell'umorismo che trovò nell'anziano regista un vero mentore. Non solo Leone lo aiutò produttivamente per i suoi film d'esordio ma gli fornì anche parecchie maestranze fidate (beh...non so proprio se Ennio Morricone si può considerare una semplice maestranza, ma credo che anche qui vada bene lo stesso!!!). Uno di queste era proprio Mario Brega del quale la verace romanità ispirerà a lungo il buon Carlo Verdone (guardate questo backstage e ditemi se non vi ricorda una scena famosissima di Borotalco). I due diverranno ottimi amici e collaboratori e ci regaleranno alcuni degli sketches più divertenti della nuova commedia italiana (tra gli innumerevoli io adoro questo).
N.b. a colui il quale mi ha fregato ieri notte l'antenna della macchina dedico proprio una frase sintetica ed eloquente del grande Mario: "A nfameeeee!!A nfamoneeeeeeeeeeee!"
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