Karate Kid si aggiorna e si tamarrizza. Daniel LaRusso aveva il fisico di un Fassino ancora implume e un maestro Zen dalla battuta pronta di nome Miyagi; qui il protagonista (il cognome Tyler è un chiaro omaggio a Fight Club) sembra essere cresciuto con omogeneizzati dopanti e ha come mentore un fustacchione nero che sa menare bene ma ha la stessa emotività di Alessandra Canale. La trama di Never Back Down è identica a quella del suo illustre predecessore ma si attualizza con l'uso di Youtube, telefonini e dvcam per farci capire che non siamo più negli anni 80 (purtroppo, aggiungo io!). Tralasciando queste lazzose considerazioni devo dire che i combattimenti sono ben girati, la morale non troppo scontata e la noia è ben lontana da fare capoccetta. Ultimissima considerazione (questa un pò più personale): mi è venuta una gran voglia di tornare in palestra!!!
lunedì 15 dicembre 2008
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