Ti si appiccica addosso l'ossessione di Raul Peralta di assomigliare in tutto e per tutto al Tony Manero della Febbre del Sabato Sera.Sogno di un uomo sulla cinquantina,che vive ai margini di una societa' che non lo vuole e del quale non si interessa ,in un Cile stretto dalla morsa terribile di Pinochet."Tu sei morto spiritualmente e fisicamente"gli dira' una delle sue tante donne rivestendosi,e forse Raul lo sa' e cerca di trovare un senso alla sua esistenza vestendo panni altrui.Non si fanno sconti nel delineare questo personaggio,violento,taciturno,scostante e di un cinismo da togliere il fiato."Mi affascina seguire la parabola di vita di questo uomo in corsa verso il fallimento. Tutto in lui sa di fallimento, ma è il fallimento anche di un progetto politico, di un’ideologia basata sull’uso del terrore e della violenza bruta. C’è una battuta che
ancora mi emoziona e che mi ha aiutato a entrare nel ruolo ed è quando Raúl ripete in inglese, ossessivamente: «Un giorno guardi il crocifisso e tutto quello che vedi è un uomo morente sulla croce». Questo è l’unico momento in cui Raúl si rende conto dell’inutilità del suo gesto, privo di senso morale, ma è la forza di una scena impossibile che, proprio perché impossibile, ci obbliga ad accettare che questo è ciò che è. Balla come se fossi“qualcuno” o uccidi. Uccidi per ballare come se fossi“qualcuno”,diverso da quello che sei e solo per FARE QUALCOSA che interrompa la solita routine, tanto per cambiare aria."Questo il coinvolgimento dell'attore Alfred Castro ,protagonista e cosceneggiatore del film.Ma sul perche' della scelta di ripescare La Febbre del Sabato Sera il regista Pablo Larrain spiega:"Il film è un’analisi spietata dell’errore in cui si incorrecredendo che felicità e successo possano essere ottenuti imitando e sostituendo la propria cultura con un’altra. Nel caso specifico si tratta di una cultura alimentata da un potente strumento dicomunicazione di massa, il cinema, ed imposta, in un modo o nell’altro, dagli Stati Uniti ai paesi del terzo mondo.C’è un gioco di costanti rimandi tra La febbre del sabato sera e
il mio film, ma sono passati 30 anni e questo scarto temporale mette in evidenza l’attuale realtà cilena, dove si vive secondo parametri culturali importati da una cultura altra, diversa. Il
Cile sembra essersi dimenticato delle proprie origini storiche,sociali e culturali."Film ruvido senza sconti,ma assolutamente da non perdere.
domenica 25 gennaio 2009
TONY MANERO
Pubblicato da gaia rosa alle 18:39
Etichette: Forti di stomaco, Zetavisioni
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1 commenti:
è un film che mi attira molto, mi attira stilisticamente la riscrittura di un personaggio pop di tale portata.
lo vedrò presto e poi vi saprò dire.
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