Venerdì sera ho assistito alla proiezione di FEISBUM in una sala piena, alla presenza degli attori e dei registi coinvolti nella realizzazione della pellicola. Emozionati hanno salutato il pubblico e improvvisato qualche battuta, forse per accattivarsi il pubblico in sala. Ma non c'è stato bisogno di ammorbidire gli spettatori perchè il film, pur discontinuo, è piacevole e interessante.
Il film, primo ad occuparsi del fenomeno Facebook, vuole essere, almeno nelle intenzioni, uno specchio della vita vista attraverso i social network. Otto episodi di una decina di minuti, più cinque brevissime pillole, ci presentano i sogni, le identità, le ossessioni di chi frequenta quotidianamente questa piazza virtuale. Il risultato, come detto, è piuttosto discontinuo e forse il maggior difetto del film è proprio questa assenza di unità stilistica, la mancanza di un'omogeneità che costringe lo spettatore a valutare la pellicola come un insieme di cortometraggi a tema nei quali sette registi, più o meno esordienti, hanno avuto modo di esprimersi. Per fare un parallelo nobile, è più simile a 11 settembre 2001, del quale si ricordano solo un paio di episodi (nel mio caso quelli di Penn, Loach e Iñarritu), che a I mostri, film celeberrimo e indimenticabile, del quale magari ci si scorda un episodio ma che è scolpito per sempre nella nostra memoria.
Ecco i tredici filmati con un breve giudizio personale:
MALEDETTO TAG di Dino Giarrusso. Storia di un matrimonio faraonico mandato in fumo da foto scandalose, è da apprezzare per un paio di battute divertenti e per aver focalizzato l'attenzione su di un aspetto chiave di Facebook: il tag.
MANUEL E' A MOGADISCIO, QUESTO E' IL PROBLEMA di Giancarlo Rolandi. Facebook è un luogo pericoloso e nulla è quel che sembra. Cinica commedia all'italiana in questo piccolo film ottimamente interpretato. Assieme alla pillola, con urla di registi feroci e balbettii di attori fanatici, ci dimostra che in Italia ci sono autori e registi non ancora conosciuti che meriterebbero altro spazio.
GAYMERS di Emanuele Sana. Seduzioni e amicizie nello scenario di un atelier milanese, non si capisce cosa abbia a che fare con Facebook. Sempre divertente l'attrice Chiara Francini: ma ci è o ci fa?
SIEMPRE, LA RIVINCITA di Mauro Mancini. Nel primo episodio identità virtuali che si materializzano per raccontare, molto bene, una storia veramente inverosimile. Nella pillola, invece, si parla dei famigerati compagni di scuola persi di vista che si ripropongono, come i peperoni non digeriti, sulla piazza di Facebook. Vince la palma per il miglior sketch.
ANGELO AZZURRO RELOADED, THE ADDICTION di Serafino Murri. La miglior interpretazione dell'intero film è resa da Giorgio Colangeli in questo episodio. Qui Facebook è un pretesto, l'invito per il protagonista ad assaggiare un'altra vita possibile, a salire su di un treno già passato. Da apprezzare la scelta di raccontare, così bene, l'alzheimer. Curiosa l'idea della pillola che però lascia insoddisfatti. Poco credibile?
DEFAULT, L'ARTE DI ARRANGIARSI di Alessandro Capone. Una rete che imprigiona in un'ossessione micidiale è l'interessante tema di questo episodio. Forse un po' lungo, ha il pregio di usare Facebook non come un pretesto per raccontare altro. Lo sketch invece è poco chiaro e passa (sui titoli) senza lasciare traccia.
JESSICA E NICOLA di Mauro Mancini e Emanuele Sana. Incontri proibiti in rete tra una sedicente mangiauomini e un velleitario stallone. Allegro, più autentica lei tra aerosol e pediluvi che il cowboy de' noantri con mamma al seguito.
INDIAN DREAM, FINCHE' MORTE NON CI SEPARI di Laura Luchetti. Sogni d'amore e fantasie esotiche per uno degli episodi più riusciti. Bella la caratterizzazione dei personaggi, i tableaux vivants con l'elefante. Male, molto male il computer lindo nell'autofficina, col quale il meccanico chatta subito dopo aver riparato la sua auto. Pillola non riuscita, con una buona idea di fondo.
Il film, primo ad occuparsi del fenomeno Facebook, vuole essere, almeno nelle intenzioni, uno specchio della vita vista attraverso i social network. Otto episodi di una decina di minuti, più cinque brevissime pillole, ci presentano i sogni, le identità, le ossessioni di chi frequenta quotidianamente questa piazza virtuale. Il risultato, come detto, è piuttosto discontinuo e forse il maggior difetto del film è proprio questa assenza di unità stilistica, la mancanza di un'omogeneità che costringe lo spettatore a valutare la pellicola come un insieme di cortometraggi a tema nei quali sette registi, più o meno esordienti, hanno avuto modo di esprimersi. Per fare un parallelo nobile, è più simile a 11 settembre 2001, del quale si ricordano solo un paio di episodi (nel mio caso quelli di Penn, Loach e Iñarritu), che a I mostri, film celeberrimo e indimenticabile, del quale magari ci si scorda un episodio ma che è scolpito per sempre nella nostra memoria.
Ecco i tredici filmati con un breve giudizio personale:
MALEDETTO TAG di Dino Giarrusso. Storia di un matrimonio faraonico mandato in fumo da foto scandalose, è da apprezzare per un paio di battute divertenti e per aver focalizzato l'attenzione su di un aspetto chiave di Facebook: il tag.
MANUEL E' A MOGADISCIO, QUESTO E' IL PROBLEMA di Giancarlo Rolandi. Facebook è un luogo pericoloso e nulla è quel che sembra. Cinica commedia all'italiana in questo piccolo film ottimamente interpretato. Assieme alla pillola, con urla di registi feroci e balbettii di attori fanatici, ci dimostra che in Italia ci sono autori e registi non ancora conosciuti che meriterebbero altro spazio.
GAYMERS di Emanuele Sana. Seduzioni e amicizie nello scenario di un atelier milanese, non si capisce cosa abbia a che fare con Facebook. Sempre divertente l'attrice Chiara Francini: ma ci è o ci fa?
SIEMPRE, LA RIVINCITA di Mauro Mancini. Nel primo episodio identità virtuali che si materializzano per raccontare, molto bene, una storia veramente inverosimile. Nella pillola, invece, si parla dei famigerati compagni di scuola persi di vista che si ripropongono, come i peperoni non digeriti, sulla piazza di Facebook. Vince la palma per il miglior sketch.
ANGELO AZZURRO RELOADED, THE ADDICTION di Serafino Murri. La miglior interpretazione dell'intero film è resa da Giorgio Colangeli in questo episodio. Qui Facebook è un pretesto, l'invito per il protagonista ad assaggiare un'altra vita possibile, a salire su di un treno già passato. Da apprezzare la scelta di raccontare, così bene, l'alzheimer. Curiosa l'idea della pillola che però lascia insoddisfatti. Poco credibile?
DEFAULT, L'ARTE DI ARRANGIARSI di Alessandro Capone. Una rete che imprigiona in un'ossessione micidiale è l'interessante tema di questo episodio. Forse un po' lungo, ha il pregio di usare Facebook non come un pretesto per raccontare altro. Lo sketch invece è poco chiaro e passa (sui titoli) senza lasciare traccia.
JESSICA E NICOLA di Mauro Mancini e Emanuele Sana. Incontri proibiti in rete tra una sedicente mangiauomini e un velleitario stallone. Allegro, più autentica lei tra aerosol e pediluvi che il cowboy de' noantri con mamma al seguito.
INDIAN DREAM, FINCHE' MORTE NON CI SEPARI di Laura Luchetti. Sogni d'amore e fantasie esotiche per uno degli episodi più riusciti. Bella la caratterizzazione dei personaggi, i tableaux vivants con l'elefante. Male, molto male il computer lindo nell'autofficina, col quale il meccanico chatta subito dopo aver riparato la sua auto. Pillola non riuscita, con una buona idea di fondo.
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